VITO BUCCIARELLI

Vito Bucciarelli è nato nel 1945 a San Vito Chietino (Chieti).
Ha insegnato nelle Accademie di Belle Arti a L’ Aquila, Urbino e Milano. Vive e lavora a Milano; è da annoverare tra gli artisti del rinnovamento artistico contemporaneo. Dalla fine degli anni ’60 ha esplorato i limiti dei linguaggi e delle tecniche artistiche, dalle performances, alla fotografia, alla scultura, alla pittura e ai nuovi linguaggi del digitale; nella ricerca di far coincidere, rendere visibile e partecipativa la vita fisica e spirituale in un’opera compiuta. Ha partecipato ad importanti mostre tra le quali: 1973 Arte sacra, Galleria Cenobio Visualità, Milano, Fornaci Ibis, Cunardo, Museo Civico di Crema, Palazzo dei Diamanti, Ferrara; 1974 Omaggio all’Ariosto, Palazzo dei Diamanti, Ferrara; 1981 Arte e critica, segnalato da Alberto Boatto, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma; Nel 1982 Tommaso Trini lo invita alla 46esima Biennale Arti Visive, Venezia; 1986 Il teatro della scultura, a cura di Filiberto Menna, Spazio Sala 1, Roma; 1991 A sud dell’arte, a cura di Achille Bonito Oliva, Fiera del Levante, Bari; 1990 Arte fax, a cura di Claudio Cerritelli, Galleria Comunale d’Arte Moderna, Bologna; 1991 Arte Agravitazionale, presentazione del libro a cura di Antonio Gasbarrini, Palazzo dei Diamanti, Ferrara (Bucciarelli scrive il primo Manifesto Agravitazionale a Urbino nel 1989). Nel 1992 gli viene assegnato il Premio Nazionale per la Scultura Pericle Fazzini, catalogo a cura di Umberto Palestini con un testo di Elena Pontiggia. Nel 1995 partecipa alla Biennale Arte, Accademia di Brera, Sala Napoleonica. Nel 1999 XIII Quadriennale d’Arte di Roma, Proiezioni 2000, lo spazio delle arti visive nelle civiltà multimediali; 2000 Materie del digitale, Museo della Permanente, Milano. Nel 2011 è presente alla 54esima Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, Padiglione Italia (sezione Abruzzo). Nel 2016 realizza due importanti mostre dal titolo Siamo tutti impermanenti, Museolaboratorio Ex Manifattura Tabacchi, Città Sant’Angelo (Pescara) e nei Sotterranei dell’Accademia di Belle Arti di Urbino.